di Mirella Izzo
sito ispirato alla cultura "Two Spirits" delle società dei popoli nativi nordamericani
e di rielaborazione moderna della soggettività culturale e artistica Transgender

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INTERVISTA A MIRELLA IZZO SUL LIBRO
"TRANSLESBISMO: ISTRUZIONI PER L'USO"

Tratto dal sito Gayaweb.it

Avete mai conosciuto una translesbica? E se scoprite che la lei che vi piace è una translesbica...cosa fare? Mirella Izzo risponde a questi interrogativi (e molti altri) nel suo ultimo libro.

Avete mai conosciuto una translesbica?
Vi siete mai chieste quanto e in cosa le translesbiche sono simili o diverse rispetto alle donne lesbiche?
E se scoprite che la lei che vi piace è una translesbica...cosa fare?
L’ultima fatica di Mirella Izzo si intitola “Translesbismo: istruzioni per l’uso” ed è un manuale documentato e coinvolgente che vi guiderà alla scoperta di un modo “diverso” di essere donna e lesbica. E non solo.

Mirella Izzo, translesbica, è una figura di riferimento nel panorama GLBT italiano. Fondatrice e presidente onoraria di Crisalide Azione Trans si impegna da anni per i diritti civili delle persone transgender anche tramite la pubblicazione di numerosi volumi di cui “Translesbismo: istruzioni per l’uso” è solo l’ultimo in ordine cronologico”.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente per porle le domande che ci hanno seguite dopo la lettura del suo appassionante libro.

- Ciao Mirella, grazie per il tempo che ci stai dedicando. La prima domanda ti sembrerà abbastanza banale. “Translesbica”: cosa significa? Quante ce ne sono in giro?

“Translesbica” è la contrazione di transgender lesbica.. ok ok... non è questo quel che volevi sapere. :) (sorride)”Transgender lesbica”, “translesbica” sono diversi nomi per definire un tipo particolare di lesbica. Siamo nate maschi, ci sentivamo donne e ci piacevano le donne. Credimi un bel casino, specie fino a qualche decennio fa, quando l'omosessualità era "roba strana" di cui di certo non parlava l'unica tv di stato. Io sapevo di non essere uomo, capivo che la mia predisposizione al femminile era forte, ma mi dicevo: “se ti piaccciono le donne vuol dire che sei uomo”. Insomma ero vittima, come tutti, della mentalità eterosessista. Che poi vuol dire semplicemente una eterosessualità considerata obbligata e l'unica naturale. Puoi immaginare come mi sentissi io. Alla fine ti dici: "Beh, se sono uomo e mi piacciono le donne", devo togliermi "sta fantasia dalla testa".

- E ci si riesce a toglierla, questa “fantasia”?

C’è chi ci riesce e chi per niente. Io ci riuscii e proprio per via del fatto che mi piacevano le donne ed escludevo fosse possibile essere donna anche io. Ma per quanto? Anche tu puoi convincerti di essere quel che non sei, se ti fanno il lavaggio del cervello. Ma prima o poi la verità viene a galla. Dopo vari episodi repressi, a me la crisi finale è arrivata a 39 anni. Non ce l'ho proprio più fatta a vivere contronatura.. Si, è quella la sensazione. Quando inizi la transizione hai proprio la sensazione fisica che finalmente corpo e mente sono in una sintonia mai neppure immaginata prima. Da "disforica" diventi "euforica".

- La domanda che ti avranno fatto più spesso è: "Ma non era più facile rimanere uomo?". Cosa rispondi?

Immensamente più facile. Ti dirò di più: la maggioranza delle trans lesbiche, in Italia, ancora oggi sta vivendo come uomo. Un uomo triste, insoddisfatto e che talvolta finisce con l'uscir di testa e suicidarsi misteriosamente pur avendo "un ottimo lavoro, la bella moglie e due splendidi figli". E' difficile comprendere, dopo millenni di condizionamenti contrari, che quel che "sei dentro" e quel che "ti attrae fuori" sono due cose quasi completamente indipendenti fra loro. Per questo mi batto molto per diffondere il concetto "translesbica è possibile, translesbica è giusto". Perché al contrario delle "sorelle" attratte dagli uomini, noi dobbiamo fare un doppio salto mortale. Se una certa percentuale di persone può capire che nasci maschio ma ti senti donna, questa percentuale si avvicina allo zero se aggiungi che ti senti lesbica. Ti prendono per un maniaco sessuale. Un travestito feticista...

- Ma come si capisce di essere translesbica? E come si diventa translesbica?

Di norma lo si capisce avendo un passato più o meno lungo di maschio eterosessuale (e non importa se hai avuto storie o le hai rifiutate perché non ce la facevi, da uomo), transizionando e iniziando ad avere le prime storie con uomini per sentirti "giusta", "straight" e accorgerti che continui a guardare e desiderare le donne.
Diventare translesbica in teoria è solo una presa di coscienza. In realtà è qualcosa di più ed infatti nel libro mi soffermo parecchio su questo: diventi translesbica quando nella sensualità fai l'amore da donna a donna. Ed è possibile anche da non operata, con qualche ovvia variante. Come fai a capire quando è così? Beh le donne in questo ambito, specie le lesbiche, sono piuttosto chiare ed esplicite, ed è un bene che sia così. Si può essere trans etero e più che femminile essere iperfemminile, "bambola". Agli uomini piace questo. Se sei translesbica non puoi che avere una femminilità naturale, altrimenti sono le lesbiche stesse a tagliarti fuori. E sia chiaro, questa percezione arriva molto prima di "finire a letto", di solito. Nel semplice relazionarsi.

- A proposito di “finire a letto”, parliamo di argomenti piccanti: nel libro lo chiami "clitene". Puoi spiegare alle nostre lettrici di cosa si tratta e quali peculiarità ha?

Beh.. se lo spiego bene, poi non comprano più il libro e corrono fuori a cercarsi una transgirl! (sorride) Scherzo ovviamente. Non entro nei dettagli ma ti indico la strada.
Prima che intervengano gli ormoni sessuali, pene e clitoride sono identici. Sarà il testosterone a trasformare il clitoride in pene e le pseudo-ovarie fetali in testicoli.
Quindi da un punto di vista delle forme, il gioco si compie ancor prima di nascere.
Ma un organo non è solo forma: è anche funzionalità. E se tu a quell'organo indistinto, cui il testosterone ha dato una forma piuttosto che un' altra, gli togli il testosterone e gli offri estrogeni, cosa pensi che succeda? La forma resta la stessa o quasi, ma le funzionalità da pene? Le perde tutte! Perde e basta? Non funziona affatto così. Questo organo che ha forma di pene (a riposo) acquisisce modalità eccitatorie più tipiche di un clitoride. Funziona come un clitoride o quasi. certo...un po' più grande... :)
Allora si può chiamare pene una cosa che non emette sperma, che non si irrigidisce, che non penetra, che “si bagna” esattamente come una vagina..? beh il resto sul libro :)...

- Quindi il termine giusto è un altro...

Esatto. Un pene? Mi sembra ingiusto chiamarlo così perché funzionalmente non lo è più. Si può definire questo organo un clitoride? Neppure, perché ormai le forme sono quelle date quando eri ancora feto. Cosa è allora? Io credo che il nome di fantasia che ho dato a quel che io ho tra le mie gambe, mi corrisponda davvero al 100%: io ho un clitene.. Clitoride+Pene? No per niente! Il clitene ha qualcosa del clitoride e qualcosa del pene ma alla fine è un organo a sé stante. E' lo sviluppo di un organo indifferenziato, poi differenziato ed a cui viene ad un certo punto tolto ogni riferimento funzionale alla sua differenziazione (testicoli e prostata che si atrofizzano).
Credo possa esigere di avere un proprio nome, una propria dignità, un proprio specifico. Se poi si preferisce un altro nome, questo poco mi importa. Non ho scelto "penoride" anche perché ricorda troppo il termine "penoide" che spesso viene dato al "neo fallo" che viene ricostruito ai miei fratelli da femmina a maschio. Sarebbe stato confusivo. E poi clitene.. non ha un suono dolce? :)

- Direi di sì! Un argomento che mi è sembrato particolarmente interessante e ricco di spunti nel tuo libro è il “transfemminismo”. Cos'è e quali contributi "nuovi" può portare alla causa femminista?

Può salvarlo dalla sconfitta che sta per maturare.
Sebbene il tema transfemminista l’abbia sviluppato maggiormente in “Tra(n)scritti Politici”, non riesco a parlare di translesbismo senza accennare almeno al transfemminismo. Per me sono due valori in uno: stessa confezione.
Ti faccio una domanda: secondo te conosci meglio cosa sono le SS Naziste se sei una loro vittima e subisci torture e morte o se per errore vieni inquadrata fra loro e partecipi alle loro riunioni, ascolti cosa dicono, come giustificano i loro atti violenti, dormi con loro e, se quando è il momento di torturare qualcuna, ti vedono che non partecipi o lo fai il minimo possibile, ti isolano, ti prendono in giro, ti escludono e quando alla fine ti "dichiari" per quello che veramente sei, ti mettono nella stessa cella dell'altra vittima, sottoponendoti a torture triple perché considerata un traditore?

- Direi la seconda. E sicuramente è una condizione molto difficile e dolorosa.

Credo sia dolorosa anche la prima e questi sono casi in cui è meglio non fare classifiche, ma nella seconda condizione conosci più cose. Noi transgender conosciamo il maschilismo nei più reconditi dettagli. Lo abbiamo visto, abbiamo partecipato alle loro riunioni, ascoltato cosa dicevano, cosa davvero pensavano. E, nel momento in cui abbiamo "tradito", transizionando, abbiamo pagato con gli interessi. Noi sappiamo. E conoscere il nemico è la cosa più importante per combatterlo. Noi siamo state il servizio di controspionaggio delle donne. Mi chiedo cosa aspettino le femministe a contattarci. Credo non si rendano conto che per le donne tutte, siamo alla vigilia di un grande rischio: perdere la propria identità! Nel libro l'ho scritto: a volte le sconfitte arrivano con il sapore della vittoria. Ma dura poco .

- Già, molto poco.
Parliamo ancora di donne, in particolare di lesbiche. La seconda parte del manuale dà dei consigli alle lesbiche che si trovano ad avere a che fare (sentimentalmente o non) con una translesbica: puoi sintetizzarcene alcuni?

E' difficile dare consigli solo ad una delle due parti in "causa". Non a caso nella premessa scrivo chiaramente di leggere tutte entrambe le parti. Deve nascere una consapevolezza nuova, magari basata anche su una iniziale curiosità reciproca. L'importante è che si parli e non si finga d'esser quel che non si è: da entrambe le parti, sia chiaro.
Consigli ne ho dati tanti nel libro, credo utili davvero, ma diventerebbero carta straccia se, alla fine, non si vuol accettare che noi transgender siamo diversamente donne. Non uomini travestiti, non donne identiche, ma differentemente donne. La strada per capirlo sta in un libro proprio perché non è facile da sintetizzare. Il rischio di fare elenchi di consigli senza lo spazio delle dovute spiegazioni, per un argomento che comunque è ancora molto delicato, è quello di ottenere l'effetto contrario di quel che si vorrebbe. Preferisco non correrlo.

- Condividiamo la scelta. Un’ultima domanda: dichiararsi translesbica spesso può spiazzare l'ascoltatore: hai qualche aneddoto da raccontarci?

Niente di divertente perché le reazioni sono quasi sempre identiche: bocche spalancate e la fatidica domanda che mi hai fatto anche tu. Purtroppo avrei un aneddoto da raccontare ma tutt'altro che divertente. Quando iniziai una relazione con una ragazza lesbica, la sua ex l'ha tempestata di sms offensivi sia contro di lei sia contro di me. "Non sei più lesbica", "ti piace il cazzo" (sapesse!!!), "vai coi travestiti". Poi ci seguì al Pride di Torino e mi vide e le mandò un messaggio del tipo: "Però è carina"... Si decidesse!!

- Un saluto alle lettrici di Gayaweb.it

Sì, certo.. mi sono da poco iscritta alla community di Gayaweb con entusiasmo, per cui ho piacere di mandare un abbraccione circolare a tutte quelle che lo gradiscono... e poi ci si vede on line... e se poi vi innamorate di me, prima comprate il libro... ahah... Scherzo ovviamente... ma scegliere di pubblicare senza editori... beh ci vuole il mio proverbiale coraggio e spirito donnachisciottesco! Non ho altri promoter che me stessa.


Se anche voi, come è successo a me, non resistete e volete saperne assolutamente di più “Translesbismi: istruzioni per l’uso” è acquistabile all’indirizzo: http://stores.lulu.com/mirellaizzo.
Potrete scegliere tra due versioni: economica e con copertina rigida, oppure – per il prezzo di tre caffè - potete scaricarlo e leggervelo sul pc.
Alla pagina http://www.lulu.com/content/1100345 troverete anche il racconto breve “Dialogo fra un Papa e un “non so” scritto da Mirella e scaricabile gratuitamente.
Non aspettate oltre, vi assicuro che quello con Mirella Izzo è un incontro che cambierà il vostro modo di vedere molte cose.

Intervista a cura di Francesca Cortesi