di Mirella Izzo
sito ispirato alla cultura "Two Spirits" delle società dei popoli nativi nordamericani
e di rielaborazione moderna della soggettività culturale e artistica Transgender

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PRESENTAZIONE DELL'AUTRICE DEL LIBRO
"MANIFESTO AZIONETRANS"

L’idea di un Manifesto transgender nasce verso la fine del 2000, all’interno di una Crisalide, associazione trans di volontariato, da pochi mesi uscita dal circuito della attualmente defunta ArciTrans e resasi autonoma con il nome di AzioneTrans.
Nasce perché non riuscivamo a comprendere fino in fondo le motivazioni per cui in Italia esistessero più Associazioni Transgender, spesso in forte competizione fra loro.
Erano gli anni in cui il MIT - movimento nato dalle ceneri dello storico Movimento Italiano Transessuali (stessa sigla ma diversa Associazione) di radicale memoria - subiva la concorrenza di una neonata ArciTrans, con ambizioni ben poco commisurate alle proprie forze.
Dopo la fuoriuscita del Circolo di Crisalide da ArciTrans, nell’arco di un anno o poco più, di quest’ultima restò poco o nulla e, pur non desiderandolo, la neonata Crisalide divenne la competitor del MIT moderno, la cui sigla significa oggi del Movimento Identità Transessuale.
Il Manifesto fu affidato alla mia penna e l’intenzione era quella di proporla come bozza (anche nel nome, ovviamente) al MIT e ad altri piccoli gruppi reduci dalla disfatta di ArciTrans, affinché, discusso, emendato, anche modificato, potesse diventare la base comune ideale di tutte le Associazioni Trans Italiane. Non un’Associazione unica ma una sorta di linea guida comune. E l’idea era così ambiziosa da pensarlo come un progetto esportabile (una volta tradotto) anche in altri paesi europei, al punto che contiene in sé una sezione apposita di localizzazione da scrivere diversamente, nazione per nazione.
Purtroppo il progetto non venne neppure preso in considerazione dal MIT.
Allora Crisalide era una piccola Associazione presente solo a Genova e che stava cercando di organizzare qualcosa a Milano ed evidentemente il nostro progetto ideale, forse idealistico ed utopico, non piacque o, più semplicemente, non destò sufficiente attenzione. “Troppo lungo” fu la laconica risposta che ricevetti personalmente al telefono dalla presidente del MIT, sollecitata a dare una risposta che non arrivava.
Sottoposto ad alcuni lettori di nostra fiducia e soprattutto alla Assemblea Nazionale dei Soci di Crisalide del 2001, il Manifesto divenne quindi l’emblema ideale di Crisalide. Se poi si fossero aggiunti altri soggetti, meglio. Altrimenti si andava avanti da soli con questo documento che presentava l’Associazione nei suoi valori costituenti.
Più tardi, solo il Coordinamento Nazionale Trans FtM aderì al Manifesto e, nel giro di qualche anno, lo stesso Coordinamento - di fatto - si sciolse in Crisalide per una maturazione politica interna che non richiedeva più il bisogno di “lavorare separatamente” fra trans MtF e FtM (sigle che vogliono dire rispettivamente Maschio transizionante Femmina e Femmina transizionante Maschio), ma che anzi emergeva sempre più forte l’esigenza di stare insieme, lavorare insieme, ed anche rapportarsi umanamente più proficuamente ed insieme.
C’è da dire che per decenni i trans da Femmina a Maschio non vedevano di “buon occhio” noi MtF. Troppo “baraccone” e “casiniste” per le loro esigenze di mimetizzazione fra gli uomini nati tali. Ma Crisalide era diversa e attraeva a sé una tipologia di trans mtf meno estrema nel look, più intellettuale. Inoltre gli FtM stavano iniziando a scoprire - grazie al lavoro insostituibile di Davide Tolu e di Matteo Manetti, co portavoci del Coordinamento - l’orgoglio di essere transgender o perlomeno stavano abbandonando l’idea del mimetismo a tutti i costi perché nessuno sapesse.
Oggi Crisalide è un’associazione “fifty fifty” fra FtM e MtF. Un obbiettivo impensabile fino a pochi anni fa. Impensabile ancora oggi per molte altre Ass.ni transgender italiane.
Quindi questo Manifesto è una vecchia idea del 2001. Da allora sono accadute tante cose, ma le intuizioni di quel documento hanno resistito (con qualche piccola modifica) al tempo e, nel rieditarlo per la settima versione, mi sono resa conto di quanto fosse ancora attuale, di quanto poco fossimo davvero riusciti a cambiare nelle questioni di fondo della comprensione riguardo la realtà transgender, ma - ancora di più - della sua insostituibilità riguardo la filosofia di vita, la concezione stessa dell’essere umano, figlia del pensiero transgender, condensata in poche pagine, intense ma comprensibili senza il bisogno di leggere tomi di centinaia di pagine.
Mi è sembrato quindi utile, dargli una rinfrescatina e renderlo nuovamente disponibile a chi lo volesse leggere o possedere come un “bignamino” del pensiero transgender italiano.
Certo mancano delle cose venute fuori in anni più recenti.
Ma esse faranno parte di un testo che rappresenterà la continuazione ideale del Manifesto e che per ora giace solo nei pensieri e nelle fantasie.
Una cosa è certa. Questioni come la transfobia, l’omosessualità trans (translesbismo e transgay), i progetti transfemminista e dell’”Uomo Nuovo”, ovvero di un uomo de-maschilistizzato, un uomo libero dai condizionamenti del maschilismo, devono prima o poi trovare spazio per essere trattati anche in Italia; pena il restare la solita provincia del mondo cui siamo abituati.
Genova 23 luglio 2007
Mirella Izzo