GenderBender
di Mirella Izzo


La Rosa Pensosa
di Maria Gigliola Toniollo
Responsabile Nazionale C.G.I.L Settore Nuovi Diritti
Socia onoraria Crisalide AzioneTrans - onlus
Candidata per la Rosa nel Pugno, Senato, Circoscrizione Lazio.

Ho letto in questi giorni molte e-mail discordanti sul voto alla Rosa nel Pugno e anche commenti sulla mia scelta personale, entusiasti e affettuosi, con domande o critici rispetto al mio percorso politico. Come al solito la realta' non e' tanto semplice da spiegare in quattro parole, tenuto conto per di piu' che, salvo cataclismi elettorali in cui nessuno crede, restero' dove sono, in CGIL dove non uno dei severi meccanismi di incompatibilita' e' potuto scattare e che accettare la candidatura nella Rosa nel Pugno, con ben poche speranze di arrivare in parlamento, e' stato da parte mia soltanto un vero e proprio atto di militanza e anche un riconoscimento reciproco di prospettive e valori, grandi valori, comuni.

Ho sempre vantato le origini o meglio le radici della mia attivita' politica dentro il partito radicale e se un abisso ci ha a un certo punto separati, ho sempre in ogni caso sostenuto che senza quella breve folgorante militanza a Genova di tanti anni fa, all'epoca delle grandi e storiche battaglie, nulla avrei inventato e fatto di tutto quello che poi ho inventato e fatto
qui in CGIL, non avrei maturato, per esempio, il tipo di percezione che ho di diritti individuali e liberta' personali e magari della realta' GLBT se fossi un bel giorno arrivata magari da una qualche sezione del PCI, e so quel che dico .

E' successo in questi anni che in ogni evento, dai palchi dei Pride, alle iniziative per la liberta' telematica, al grande tema della ricerca scientifica, in ogni occasione e spesso piu' avanti e informato di me, c'era sempre Marco Cappato, non altri, che da parlamentare europeo affrontava gli stessi argomenti che affrontavo io, in un'ottica libertaria e innovativa che non riuscivo a ritrovare altrove.

Non ho mai avuto tessere di partito. Il mio unico esperimento e' durato ben poco, quando sperando nella svolta della Bolognina mi ero iscritta al PDS,
D'Alema fece i suoi oggi abituali discorsi in difesa della famiglia"tradizionale" e la mia tessera nuova di stampa fece una bruttissima fine.
Ho deciso cosi' di lavorare "a progetto" e condividere azioni politiche con chi si faceva carico del sostegno alla laicita' dello Stato, dando particolare rilievo ai diritti GLBT, e questo mi ha portato verso RC o la sinistra dei DS o a apprezzare persone controcorrente come Katia Bellillo e Maura Cossutta, senza tuttavia mai sentirmi perfettamente a casa.

Che cosa inquieta nella Rosa nel Pugno? Quali sono gli interrogativi e le obiezioni principali? Che cosa mi convince della Rosa nel Pugno?

Molti ripensano alla battaglia contro il referendum per l'abrogazione del famoso art. 18. Di fatto sull'articolo 18 la posizione dei Radicali e' stata fortemente contestata da me, dal sindacato, dal mondo GLBT, senza mezze misure. Ma le cose cambiano. Di certo non e' cambiata la mia posizione.  E i radicali di strada da allora ne hanno fatta, anche sofferta; hanno iniziato un avvicinamento alla CGIL in tempi non sospetti, soprattutto a partire dalla questione della procreazione assistita nella precedente legislatura, quando salvo rare eccezioni, trovavo a sinistra molte latitanze nella protesta (protesta cauta, contro un documento del governo di centro sinistra), sino al fatidico referendum, che ci ha visto agli stessi tavoli nel Comitato, con le stesse idee e riempire i saloni del palazzo di Corso d'Italia di gente che controllava giorno e notte i grandi pacchi di schede di raccolta firme.

Nel frattempo i liberisti duri e puri si sono allontanati dalla dirigenza del partito. Credo che di questo bisogna dare atto e ritengo sia un percorso legittimo, peraltro non inusuale in politica.  Se non si riconosce la legittimita' di un percorso politico allora dovremmo riconsiderare tutta la storia della sinistra degli ultimi 15 anni, dovremmo dare ragione a chi balordamente definisce i DS comunisti. Posso dire anche che Daniele Capezzone e' stato l'unico segretario di partito a dimostrare concretamente e costantemente interesse per le attivita' del mio Settore, anche attraverso la sua presenza ad alcune Conversazioni sulla Laicita', dove ho sempre invitato inutilmente mezzo mondo, nonche' alle due presentazioni del libro da me curato con Stefano Fabeni, che esamina e critica l'attuazione della direttiva 78/2000 sulla parita' di trattamento da parte del governo. E se cito proprio la sua partecipazione alla presentazione di quel volume non lo faccio a caso: e' una concreta testimonianza del fatto che la posizione dei Radicali mi pare oggi sia in piena sintonia con quella della CGIL su queste istanze.  

I radicali sono stati accusati di aver assunto una posizione strumentale rispetto al programma dell'Unione; uno dei motivi di contrasto riguardava il finanziamento della scuola privata. Sicuramente la posizione radicale su questo punto e' articolata, in quanto la loro contrarieta' ha piu' a che vedere con la questione della laicita': impossibile pero' non notare che, a parte la CGIL, pare che non molti a sinistra si siano proprio strappati i capelli sulla questione. E perche' mai si accetta cosi', come fatto naturale, l'otto per mille alla Chiesa Cattolica, piu' la percentuale rilevante che lo Stato riserva in ogni caso del proprio otto per mille sempre alla Chiesa cattolica, oltre a tutti i piu' o meno noti privilegi che lo stato italiano riconosce al Vaticano?  E come mai non ci si scandalizza piu' se un cardinale si esprime sulla costituzionalita' delle nostre leggi?

I radicali hanno sottoscritto i punti del programma dell'Unione che riguardano la politica estera, incluso il ritiro dall'Iraq, la politica economica e del lavoro, inclusa la revisione della legge 30, fatti propri in quanto parte del nuovo soggetto politico della Rosa nel Pugno, mentre al contrario a sinistra si e' passati sopra cose su cui ci si sarebbe aspettato attenzione e coerenza.

Piu' in generale: quando si discuteva dell'opportunita' della presenza dei Radicali nell'Unione c'e' stata anche molta insopportabile ipocrisia.
Possibile che a sinistra non ci si trovi piu' a disagio rispetto ad un Fassino che ha dichiarato pubblicamente che durante il governo del centrosinistra le leggi su pedofilia, violenza sessuale, adozioni e adozioni internazionali sono state discusse preventivamente con il Vaticano?
Possibile che il problema siano le questioni poste dai Radicali, che invece sarebbero state da condividere in pieno e non quanto reso noto da tutti i giornali sul fatto che Rutelli abbia detto a Bertinotti prima del fatidico vertice che il programma era da cambiare perche' "troppo di sinistra"? Come si spiega il commento caustico e di pessimo gusto di Diliberto sui Radicali, lui che aveva espressamente parlato pochi mesi fa di matrimonio gay, non di pacs sottolineo, ma di matrimonio gay, quando invece, almeno su quei punti, avrebbe dovuto sostenerli in pieno e, al contrario, riservare le critiche al"reverendo" Rutelli?

Respingo con assoluta convinzione le insinuazioni secondo cui la posizione radicale e' frutto di mero opportunismo politico. Troppo comodo: ci sono delle tradizioni ineccepibili. Come si fa a definire la Rosa nel Pugno "i pacsisti dell'ultima ora" quando nelle loro sedi e' nato il movimento omosessuale degli anni'70, quando i radicali sono stati gli artefici della legge sul transessualismo del 1982? Vedo molto piu' opportunismo da parte di chi accetta i diktat del Vaticano in vista della campagna elettorale. E nell'ostilita' verso i radicali da parte di alcuni leader politici ci vedo piu' un timore che la Rosa nel Pugno possa attrarre su di se' voti che sarebbero andati ai partiti di sinistra come potrebbe accadere, che non ragioni strettamente ideologiche. Certo, Emma Bonino non e', ne' e' mai stata una comunista, ma mi pare che il suo liberalismo sia, anche guardando alle dinamiche europee e globali, piu' vicino alla sinistra di quanto non lo siano tante posizioni sedicenti progressiste, senza minimamente parlare degli inspiegabili estremi di Mastella e Rutelli dentro la coalizione. Basta seguire i suoi ragionamenti sulla complementarieta' se non, aggiungo io,
inscindibilita' tra diritti sociali e diritti civili, che peraltro riflette, a livello internazionale, i discorsi sull'avanzamento dei diritti sociali, economici e culturali, quali ad esempio il diritto al lavoro, al cibo, all'educazione, alla salute, all'alloggio, ed il loro affiancamento con pari dignita' ai diritti civili e politici in quanto diritti umani imprescindibili. 

Voglio pero' tornare sulla vicenda che tocca piu' da vicino il lavoro che ho svolto negli ultimi anni.  Chi ha difeso il "compromesso" in merito ai pacs del programma dell'Unione, ha sostenuto che una volta in Parlamento si potra' fare di meglio: ma se non si riescono a stabilire le cose a parole come e' immaginabile che si realizzino nei fatti, in un parlamento che con la nuova legge elettorale vedra' quasi sicuramente maggioranze modeste e coalizioni fragili?

Strano sentir fare proprio da alcuni esponenti del mondo GLBT delle obiezioni contro la Rosa nel Pugno intese a criticare un voto che sarebbe solo "GLBT", mentre il voto deve essere orientato a dar risposta a una globalita' di questioni. possibile che proprio chi vive di persona le situazioni e magari se ne fa carico sacrificando tempo risorse e vita personale nell'associazionismo per aiutare gli altri, consideri poi la propria realta' isolata da un ragionamento politico piu' ampio, e la releghi a quasi marginale, tanto da arrivare a distinguere, magari proponendo un fatiscente detto americano, "Homosexuals vote with their class, not with their ass"? Mi allibisce ascoltare questi ragionamenti sul cosiddetto voto GLBT, perche' tutta la mia esperienza di lavoro proprio sulle questioni GLBT e' stata costruita su di una prospettiva diametralmente opposta, e piu' ampia, del riconoscimento di diritti, di liberta', di autonomia nelle scelte, di laicita'. Non a caso ho preso le distanze dai Radicali quando ho ritenuto che le scelte del partito con l'affermazione di diritti che consideravo essenziali per quella prospettiva piu' ampia. Se siamo ancora fermi a questo tipo di ragionamenti, a che cosa si ridurrebbe la mia candidatura? Inoltre, mi ritrovo completamente in un partito che non ha necessariamente bisogno dei candidati GLBT per difendere i diritti delle persone GLBT e mi sentirei in forte imbarazzo se sapessi di aver ricevuto consenso da parte di elettori che non hanno usato la testa per votare. 

Concludo con una osservazione che mi porta a considerare alcuni elementi dell'impegno internazionale dei Radicali, che sono oggi nella Rosa nel Pugno, a riprova dell'ampio respiro di una scelta fatta con la testa.  I parlamentari radicali al Parlamento Europeo hanno sempre considerato primarie le istanze GLBT sia nostre che a livello internazionale; non soltanto: il Partito radicale transnazionale ha da decenni lo status di osservatore all'ECOSOC, cioe' alle Nazioni Unite, ed e' SEMPRE  stato fortemente impegnato su quel fronte, lavorando sulle questioni della droga, dei diritti umani, della ricerca scientifica, e naturalmente dei diritti LGBT, tanto e' vero che recentemente e' stato proprio il partito radicale transnazionale a offrirsi di lasciare il proprio diritto di parola all'International Lesbian and Gay Association dopo che era stata respinta in modo peraltro irregolare la loro richiesta per ottenere lo status di organizzazione accreditata, con voto a favore dell'esclusione da parte, tra gli altri, di Stati Uniti, Cuba, Iran, Sudan e Zimbabwe. Proprio questa strana alleanza di paesi divisi da tutto, ma uniti nella loro opposizione ai diritti GLBT mi fa pensare che non ci sono buoni o cattivi, che le dinamiche sulle questioni dei diritti e delle liberta' siano molto complesse e che la Rosa nel Pugno e', nonostante la sua giovane vita, frutto di un percorso politico piu' coerente di quello di tante altre formazioni politiche, portatrice di novita' interessanti, di idee e di una concezione della politica nella quale mi identifico oggi e riesco ad identificare la mia storia intransigente.
Maria Gigliola Toniollo